INDICE:

 

SIP Anni 69/70

 

 

Costruzione palazzina uffici e Centrale Telefonica - via E. Fermi

 

DESIO
(MI)

 

SIP Anni 76/77

 

 

Costruzione Centrale Telefonica - via Vignazza

 

VARESE

 

SIP Anni 76/77

 

 

Costruzione Palazzina uffici ed autorimessa - via Stadio

 

VARESE

 

SIP Anni 77/79

 

 

Costruzione palazzina uffici ed autorimessa - via Macchi

 

VARESE

 

SIP Anni 77/80

 

 

Costruzione Centrale Telefonica, Agenzia e Mensa - viale Borri

 

VARESE

 

CIGA HOTEL Anni 78/80

 

 

Ristrutturazione di un'ala e delle cucine del Grand Hotel CIGA - via S.S. del Sempione

 

STRESA
(NO)

 

CIGA HOTEL Anni 78/80

 

 

Costruzione di n. 2 residence con ripartizione a mono, bi e trilocali, campo da tennis più bretella stradale interna la parco CIGA a servizio dei residence - via S.S. del Sempione

 

STRESA
(NO)

 

SIP Anni 80/82

 

 

Costruzione Centrale Telefonica e Palazzina uffici - via M. Polo

 

LODI
(MI)

 

 

Costruzione Magazzino Regionale e Palazzina uffici - via Sardorella

 

BOLZANETO
(GE)

 

FERROVIE NORD MILANO Anni 85/85

 

 

Rilievo e studio di massima per inserimento stazione tratto Casbeno-Morosolo - via della Carnaga

 

VARESE

 

 

Costruzione Palazzina Uffici, Centrale Telefonica ed Autorimessa - via Balbo

 

VARESE

 

 

Ristrutturazione Palazzo uffici costruzione nuova palazzina mensa, autorimessa - via A. da Brescia

 

MILANO

 

Ristrutturazione ed ampliamento palazzo per uffici (C.E.D.) - via Tacito

 

MILANO

 

SIP Anni 87/88

 

 

Ristrutturazione palazzo uffici Immagine - Ingresso - Mensa - Via Pirelli

 

MILANO

 

Ristrutturazione Centrale Telefonica e Palazzina Uffici - Via B. Bianco

 

GENOVA

 

SIP Anni 89/92

 

Costruzione palazzo per uffici mensa ed autorimessa - Via per Lamezia Terme ex S.S. n.280

 

TIRIOLO
(CZ)

 

SEAT Anni 89/92

 

Costruzione Magazzino Interregionale e Palazzina Uffici - Via Gattinella

 

CAMPI BISENZIO
(FI)

 

DELCHI CARRIER Anni 90

 

Palazzina uffici e mensa, Centrale Termica sistemazione viaria Interna/Esterna - Via R. Sanzio

 

VILLASANTA
(MI)

 

Realizzazione 2 punti telefonici pubblici in ambienti particolari: Galleria Vittorio Emanuele e Fiera Campionaria

 

MILANO

 

EDILPRO Anni 90/92

 

Costruzione caserma dei Carabinieri e palazzina ufficiali ammogliati - via Saffi

 

VARESE

 

Costruzione palazzina per uffici ed autorimessa "Mantova Tè Brunetti" - via (Nuova Strada di P.R.G.)

 

MANTOVA

 

SEAT Anni 91

 

Palazzina per uffici - via S. Giuliano

 

GENOVA

 

SEAT Anni 92

 

Stabilimento Tipografico e Palazzina uffici - IL TE SUD - via Nuova Strada

 

TARANTO

 

Ristrutturazione Torre Ponte Radio - via XXV Aprile

 

PERO
(MI)

 

Costruzione palazzo per uffici ed autorimessa - via Della Boscaiola

 

MILANO

 

Ristrutturazione Edificio Grattacielo, Direzione Regionale - via S. Vincenzo

 

GENOVA

 

SIP Anni 94

 

Magazzino Interregionale e Palazzina Uffici - via Prov.le per Arona

 

VEVERI
(NO)

 

SIP Anni 95

 

Palazzo uffici e Centrale Telefonica - viale Suzzani

 

MILANO

 

TELECOM Anni 97

 

Ristrutturazione Palazzo per uffici - P.zza Affari 2

 

MILANO

 

Ristrutturazione Palazzo per uffici e parcheggio interrato automatico - via S.Dalmazzo

 

TORINO

 

TELECOM Anni 97/2000

 

Adeguamento complesso di sette corpi fabbrica per uffici con autorimessa interrata- via Parco De' Medici

 

ROMA

 

TELECOM Anni 97/2000

 

C.F.P. - Centro Formazione Professionale per dipendenti ed esterni - via Parco De' Medici

 

ROMA

 

Studio di massima per la realizzazione di Polo Fieristico Permanente Città di Varese - via Fontanelle

 

MALNATE
(VA)

 

TELECOM Anni 99

 

Ristrutturazione Palazzo uffici - mensa/Bar - viale Regina Giovanna 27/29

 

MILANO

 

AZ. OSPEDALIERA SAN MARTINO E CLINICHE UNIVARSITARIE CONVENZIONATE Anni 2001

 

Progetto della nuova Centrale Frigorifera al servizio del padiglione Monoblocco, all'interno dell'Azienda Ospedaliera

 

 

GENOVA

 

 

 

Progetto di ristrutturazione esterna del padiglione Specialità, all'interno dell'Azienda Ospedaliera

 

GENOVA

 

 

Nuovo centro di riabilitazione per disabili e gruppi appartamento

 

 

ROTTOFRENO
(PC)

 

 

 

Concorso di idee per la realizzazione della nuova sede dell'azienda, spazi per attività produttive e terziario, e per attrezzature e servizi in Piazzale Staffora

 

VARESE

 

 

COMUNE DI LECCO ANNO 2005

 

 

Ristrutturazione ed eadeguamento normativo di Villa Manzoni

 

LECCO

 

COMUNE DI GOLASECCA ANNO 2007

 

 

Nuova circonvallazione del Comune di Golasecca

 

GOLASECCA
(VA)

 

DITTA GIBAPLAST ANNO 2007

 

 

Nuova struttura in acciaio con superiore copertura in pannelli fotovoltaici

 

GAZZADA
(VA)

 

 

 

NUOVO DEPOSITO REGIONALE SIP p.A. – LIGURIA UFFICI E MAGAZZINI VIA SARDORELLA 49 - BOLZANETO/GENOVA ANNI 1984 – 1987

Nella periferia a nord di Genova a ridosso del viadotto autostradale nell’ultimo tratto appenninico che ricade sulla città, il magazzino regionale rispecchia la nuova politica aziendale di un’immagine architettonica anche agli edifici di silaggio di materiale.

La scelta dei volumi, forme e materiali vuole dichiarare l’uso funzionale del contenitore, ricercato nel disegno di ogni dettaglio architettonico. Dalla geometria del lotto di terreno preesistente derivano i due corpi a magazzino ortogonali, incernierati sulla palazzina uffici e centro di lavoro. La forma chiusa e compatta nasce dall’uso funzionale degli edifici: il magazzino estensivo al piano terreno accoglie il materiale telefonico di grandi dimensioni e un parcheggio sovrastante in copertura, illuminato ed aerato da grandi lucernari a cielo aperto; il magazzino intensivo, per il silaggio del materiale di piccole dimensioni, è pensato come un contenitore a più piani dove l’approvvigionamento avviene mediante automazione industriale.

La copertura piana è mossa da lucernari a cupola apribili in caso di incendio. Il complesso dei volumi edificati è stato trattato "a pelle continua": le pareti tecnologiche, ventilate e coibentate, sono rivestite di lamiera grecata a bande orizzontali, intervallate dalle superfici vetrate al nastro e dagli scuri in corrispondenza delle pilastrate.

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CENTRALE TELEFONICA E CENTRO DI LAVORO SIP p.A. NUOVO EDIFICIO – VIA BALBO 8 – MILANO ANNI 1985 - 1987

La centrale telefonica ed il centro di lavoro Sip occupano l’area di un opificio demolito e si collocano nella zona sud – ovest della città annessa a Milano alla fine dell’ottocento e allora chiamata suburbio perché oltre le mura spagnole. La forma rettangolare del lotto, all’incrocio tra le Vie Balbo e Vignola ha determinato la tipologia a L del corpo di fabbrica, che conferma l’allineamento dei fronti stradali e l’altezza degli edifici confinanti. Il volume è contenuto nei grandi portali delle facciate.

La tipologia funzionale e distributiva prevede l’accesso da un passo carraio laterale, che nel cortile interno si trasforma in rampa di accesso alle autorimesse nei due piani sotterranei. Al piano terra del corpo di fabbrica trovano sede la guardiania di controllo e smistamento, gli impianti tecnologici della Centrale telefonica e una sala mensa per gli operatori interni. Al primo piano il Centro di lavoro è abbinato ad uffici operativi. Il secondo piano è occupato dalla centrale telefonica e dagli uffici destinati al controllo e funzionamento della stessa. Al terzo e ultimo piano, arretrato, trovano sede le aule didattiche del centro di istruzione professionale. L’altezza dell’interpiano è costante e consente la flessibilità distributiva di uffici ed impianti tecnologici.

La ventilazione ed aerazione dei locali tecnologici è garantita dai pannelli modulari grigliati in estruso di alluminio che concorrono al disegno complanare e geometrico delle facciate, in dialettico contrasto "tecnologico" con gli edifici residenziali circostanti.

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NUOVA SEDE AGENZIA EST – SIP p.A. RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTO VIA ARNALDO DA BRESCIA 5 – MILANO ANNI 1985 – 1988

Il complesso di proprietà della SEAT Divisione STET per gli uffici Sip è stato realizzato su di un area ex magazzino di materiali ferrosi nella zona est di Milano, con affaccio sulla Via Farini, arteria di penetrazione alla città, che ha visto il suo sviluppo urbanistico nei primi anni del ‘900, caratterizzato da edilizia popolare a fronte continuo.

A ridosso dell’area si alternano senza un ordine preciso vecchie fabbriche e magazzini, lì insediate per la presenza dello scalo ferroviario e della Dogana. Lo sviluppo urbano di questa parte della città destinata ad una graduale trasformazione d’uso è legato allo, scalo delle Varesine, nodo del Passante ferroviario, ed al limitrofo centro direzionale. In questo contesto si inserisce il progetto degli uffici Sip: convertita l’area da destinazione "depositi e magazzini" in terziario, si è intervenuti con una radicale trasformazione funzionale dell’edificio industriale in un complesso per uffici, con il piano terreno destinato al contatto con il pubblico. Si è confermato il fronte principale del complesso sulla Via Farini, riconoscendone il ruolo di asse urbano – commerciale. Recuperato lo scheletro strutturale risanato dell’edificio preesistente, il volume conserva l’altezza continua sulla via e il fronte compatto in cui trovano sede i logo Sip.

Al di là della fronte a cortina chiusa sulla strada si accede dalla via laterale ad uno spazio architettonico aperto, una piccola piazza a dimensione d’uomo delimitata dal nuovo corpo basso a uffici e dal compatto edificio mensa porticato, che traguarda un’area verde e parcheggio ceduta al Comune. La piazzetta diviene fulcro e ingresso del complesso edilizio. Le facciate dei due palazzi ad ufficio sono rivestite in pannelli di alluminio a modulazione quadrata che disegnano la campitura contenuta sulla Via Farini dalle lunghe lesene in negativo delle pilastrate.

Gli edifici prevedono flessibilità e modularità degli spazi operativi, funzionalità e comfort negli open space adibiti al pubblico; medesimi requisiti si ritrovano negli allestimenti interni e negli arredi.

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CENTRO ELABORAZIONE DATI SIP p.A. AMPLIAMENTO E RISTRUTTURAZIONE VIA TACITO 10 – MILANO ANNI 1985 - 1990

Limitrofo ai viali della circonvallazione esterna e a ridosso dello scalo merci di Porta Romana, ha sede l’edificio di ampliamento del Centro Elaborazione Dati. L’edilizia mista di questa zona di Milano vede quartieri popolari anni ’20, completati negli anni ’70 dallo sviluppo abitativo, alternati ad insediamenti produttivi.

L’intervento riguarda la ristrutturazione di un fabbricato esistente già della Società costruito trent’anni addietro con un’anonima edilizia a morfologia compatta, ora adibito a centro operativo ad altissima tecnologia. Prevede la costruzione di un nuovo edificio a terziario e il completamento del lotto con il fabbricato mensa, con i porticati al piano terreno per il carico dei materiali cartacei e con la centrale tecnologica che garantisce il funzionamento autonomo dell’intero complesso.

Il nuovo edificio ad uffici, arretrato rispetto all’esistente, di cui ignora morfologia e materiali, è contenuto nella maglia continua delle facciate delle torri cilindriche dei collegamenti verticali in cemento armato a vista. Il disegno astratto delle superfici è costruito in cemento armato bocciardato con struttura a vista giocata su grandi moduli quadrati vuoti. La schermatura delle ampie superfici vetrate all’interno dei moduli è ottenuta con pale frangisole orientabili che regolano il corretto afflusso di luce all’interno, nel rispetto delle complesse tecnologie impiegate negli uffici. Profondi scuri nelle solette e nelle superfici rugose delle campiture piene, nelle sistemazioni esterne di muri e rampe, sottolineano l’astrattezza del disegno.

L’edificio è l’emblema della complessa macchina tecnologica a ciclo continuo che vive al suo interno

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CENTRALE TELEFONICA E PALAZZINA UFFICI SIP p.A. LAGACCIO - VIA B. BIANCO 1 - GENOVA ANNI 1987 - 1991

Il progetto ottenne la concessione comunale nel 1974 ma vide la completa realizzazione solo nel 1979. Nel 1986 si rese necessario un complesso intervento di rifacimento delle facciate, inserimento di nuovi ascensori e montacarichi e adeguamento alle norme di prevenzione incendi.

Il complesso si articola in due edifici: uno, di ridotte dimensioni, identificato come "Palazzina Uffici", e l’altro, formato da 8 piani fuori terra più 2 interrati, identificato come "Centrale Telefonica". I corpi sono legati dal basamento che si fonde con le sistemazioni del terreno ai diversi livelli e contiene gli ingressi e i locali termici (Autorimessa, Centrale Termica, Gruppi Elettrogeni). Input progettuale iniziale fu l’esigenza di vasti saloni a pianta libera con maglia strutturale di 12 metri di larghezza per 6 metri di profondità ed altezza interpiano di 4,80 metri. L’andamento del terreno impose la soluzione a gradoni sul retro con arretramento ad ogni piano di una campata, permettendo così di adeguare l’edificio al terreno in modo equilibrato e riducendo sia le opere di scavo che di preparazione dell’area.

Il fronte anteriore arretra invece con pendenza diversa in modo che la profondità dei piani aumenti dal basso verso l’alto; in questo caso però non si è adottata la soluzione a gradoni ma un andamento inclinato della facciata che ha consentito lo sfruttamento impiantistico degli spazi a sezione triangolare che vengono generati dalla realizzazione dei percorsi e servizi di piano in prossimità della stessa. Una scelta architettonica fu quella di evidenziare la funzione impiantistica realizzando ascensori, corpi scala ed impianti di condizionamento in aggetto rompendo l’uniformità delle facciate ed attenuando la rigidezza dei volumi.

Si poterono inoltre realizzare, grazie alla soluzione a gradoni con i piani a contatto posteriormente con il terreno, due uscite di sicurezza sui lati opposti dell’edificio e ad ogni piano, riducendo la necessità di scale a vantaggio non soltanto dell’aspetto funzionale ma anche di quello economico.

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POSTO TELEFONICO PUBBLICO SIP p.A. FIERA DI MILANO – VIALE DELL’INDUSTRIA – MILANO ANNO 1990

L’intervento operato sul P.T.P. FIERA, passaporto europeo per le grandi manifestazioni commerciali era limitato dall'impossibilità di demolire e riprogettare gli edifici preesistenti che potevano solamente essere schermati: di qui la soluzione che ha esternamente una maglia a doghe di alluminio che maschera le volumetrie dei vecchi edifici esistenti e crea un compatto fronte di supporto ai logo Sip.

Le scelte progettuali sono state radicali nella ristrutturazione interna: grandi spazi luminosi, materiali ricercati, tecnologie d’avanguardia, esposizione dei prodotti e lettura grafica e logistica delle operazioni commerciali. Accorpati entrambi gli edifici si è intervenuti nel piano terreno e in quello sottostante. La forma circolare del blocco preesistente nel quale viene confermato l’ingresso principale è ribaltata all’interno in un’ampia hall – reception che collega il salone commerciale e gli uffici operativi tramite una galleria anulare, dedicata all’esposizione dei prodotti in box vetrati affacciati anche all’esterno. Al salone commerciale sottostante si accede dalla scalinata dell’ingresso principale e dalla rampa interna per handicappati che chiude in testa l’edificio.

Il salone è giocato con volumi rettilinei che racchiudono superfici curve. Le cabine telefoniche perimetrali dilatano le pareti con il sapiente uso dei cristalli scuri e dei pilastrini chiari, come se lo spazio dovesse ampiarsi oltre. Stesso obiettivo è ottenuto dall’uso delle forme circolari: la struttura racchiusa nei possenti cilindri che sembrano sostenere il cielino stellato, il volume del balcone che ruota e le tante lune complanari del pavimento in seminato veneziano a disegno giocato in più toni di colori e leggibile da entrambi gli accessi.

Alla dilatazione degli spazi volumetrici concorrono pure l’uso opportuno dei colori Sip grigio e rosso e i materiali prescelti riflettenti come le lamiere verniciate a fuoco, il poliestere dei balconi, il vetro temperato e i gessi smaltati.

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POSTO TELEFONICO PUBBLICO SIP p.A. STRUTTURA PROVVISORIA – GALLERIA VITTORIO EMANUELE II – MILANO ANNO 1990

Il "Belvedere" è stata una struttura provvisoria Sip, nata per incrementare il servizio telefonico pubblico durante i Campionati di Calcio 1990 e per consentire successivamente il servizio durante la ristrutturazione del posto telefonico pubblico Galleria Vittorio Emanuele. Luogo storico, già della memoria, questo grande spazio urbano è il salotto di tutti i milanesi, figli veri o adottati: brulicante al suo interno di vita laboriosa nella molteplice funzionalità dei suoi spazi è il monumento allo spirito della "milanesità".

Da queste considerazioni è nata l’idea – progetto di inventare in Galleria un’architettura posta in dialettico omaggio, che vivesse da sola per poter rimirare da una prospettiva inusuale il salotto di Milano con le sue strutture di pizzo canterino e la composita pavimentazione a mosaico. Il Belvedere è stato un volume architettonico rigoroso e slanciato nelle ampie superfici di un grigio delicato, interrotte dalle vetrate di accesso al suo interno climatizzato, dove si collocavano trenta nuovi apparecchi telefonici.

Posto nell’ala della Galleria verso Via Tommaso Grossi sul volume si accedeva tramite una lunga gradinata posta sul retro della struttura. Alla sommità il terrazzino belvedere offriva ai cittadini un inconsueto osservatorio del luogo urbano e della vita milanese nel cuore della città. Salendo e zigzagando la scalinata si coglievano ai lati i particolari delle ricche facciate e sembrava di poter arrivare fino in cima al "bruco di vetro" del Savinio. Verso l’ottagono era un parallelepipedo verticale che si proponeva come contrafforte di affaccio sulla Galleria.

Il Belvedere è stata un allestimento a tempi brevi e come tale pensato nei materiali: struttura portante in ferro e pannelli in laminato. Nato nel 1990 è stato rimosso alla fine del 1991.

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NUOVO EDIFICIO SIP p.A. UFFICI E CENTRO DI LAVORO TE’ BRUNETTI - MANTOVA ANNI 1990 - 1994

Alle spalle di Palazzo Tè, in una zona di nuova urbanizzazione prevista dal PRG, sorge l’edificio destinato a Centro di Lavoro e Uffici Sip. LA scelta progettuale riassume valutazioni tipologiche e morfologiche dedotte dall’analisi storica dei grandi edifici monumentali di questa città d’arte e dei suoi dintorni.

Il riferimento storico fa pensare ai grandi complessi edilizi conclusi, a pianta centrale e simmetrica, intorno ad uno spazio aperto, dove il contatto con la campagna è acquisito da lunghi cannocchiali visivi. Questo edificio a pianta quadrata nella sua forma compatta e conclusa con precise simmetrie volumetriche, con la sua altezza contenuta, con le trasparenze del piano terreno vuole confermare l’ispirazione al nobile contesto storico. Intorno alla corte centrale colonnata i lati sono simmetrici a due a due: quelli porticati in duplice fila consentono la vista all’esterno.

Nei quattro angoli terminali l’architettura assume ancora riferimenti storici: i gruppi di scale si trasformano in grandi contrafforti pieni dai profondi chiaroscuri determinati dai tagli delle pareti oblique. La muralità tra un contrafforte e l’altro è traforata dalla campitura regolare e simmetrica dei pieni e dei vuoti ed è realizzata in pannelli prefabbricati di cemento e graniglia boccirdati, che rivestono l’edificio di un colore rosato ispirato a Palazzo Tè.

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TORRE PONTE RADIO TELECOM VIA XXV APRILE – PERO (MI) RISTRUTTURAZIONE E RISANAMENTO STRUTTURALE ANNO 1992

L’intervento di seguito sinteticamente descritto è stato svolto in più fasi, iniziando dall’abbattimento meccanico di tutte le parti friabili o in fase di distacco.

Al termine di questa fase è stata compiuta la pulizia mediante spazzolatura, prima con spazzola metallica e quindi di saggina, della superficie in C.A., a copriferro puntualmente asportato, al fine di evidenziare le maggiori discontinuità superficiali. Sono stati altresì puliti i ferri di armatura con asportazione della formazione di ossido fino al raggiungimento del metallo sano.

Verificata la resistenza meccanica del sopporto, si è proceduto alla passivazione delle armature mediante applicazione di adesivo epossidico bicomponente a lento indurimento, tale da ricoprire le armature esposte ove necessario, applicando il prodotto su tutta la superficie da ricostruire e non sulle sole armature. Si è quindi eseguita la ricostruzione dei profili originari con malta autoportante premiscelata a ritiro compensato, a base di cementi ad alta resistenza, inerti silicei, additivi speciali e resine sintetiche per favorirne l’adesione al supporto, avendo cura che i riporti non superassero mai i due centimetri di spessore per singolo strato.

La ricostruzione delle parti ammalorate di notevole entità è stata compiuta con malta cementizia dosata a 500kg/mc di cemento classe 325, talvolta con l’ausilio di casseformi. Sono state quindi regolarizzate le superfici cementizie. In funzione delle particolarità costruttive del manufatto, della sua considerevole altezza e dell’aggressione erosiva dell’atmosfera circostante si è ritenuta necessaria anche l’adozione di un ciclo protettivo "impermeabile", elastico, al fine di isolare il manufatto dagli agenti corrosivi quali ossigeno, acqua, anidride carbonica e cloruri (agenti che sommati possono innescare il pericoloso fenomeno dell’elettrolisi che porta corrosione puntuale e profonda), mantenendo inalterato il grado di protezione anche nel caso di limitati stati fessurativi.

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NUOVO EDIFICIO PER CENTRI DI LAVORO ED ESERCIZIO IMPIANTI TELEFONICI VIA DELLA BOSCAIOLA 26– MILANO ANNI 1992 – 1995

L’immobile è situato nell’area compresa tra le vie Dina Galli, della Boscaiola e E. Longoni a nord del grande centro storico, all’interno della circonvallazione costituita dai viali Janner, Marche, Lunigiana e Brianza, nelle immediate vicinanze della stazione Porta Garibaldi. Servita da linee autofilotranviarie, la zona è bene ubicata rispetto ai grandi nodi della viabilità superiore: autostrade A4 e A8, tangenziale Ovest.

Costituito da un unico corpo di fabbrica, l’edificio consiste in 3 piani interrati, 6 piani fuori terra e in un 7° piano di dimensioni ridotte, destinato esclusivamente al posizionamento delle apparecchiature previste per l’aerazione e il condizionamento dei locali sottostanti. La destinazione dell’immobile è prevalentemente ad uffici con locali ausiliari destinati a depositi, archivi, sale riunioni e bar a servizio della attività lavorativa. In questa ottica devono essere evidentemente considerati i piani 2° e 3° interrato la cui destinazione prevalente è ad autorimessa, con qualche locale di dimensione ridotta adibito a deposito e locale tecnico: insieme i due piani permettono il ricovero dei mezzi sociali e dei mezzi privati dei dipendenti impiegati nella sede.

Le strutture portanti sono in calcestruzzo armato gettato in opera, ad eccezione degli orizzontamenti che sono realizzati mediante l’uso di predalle prefabbricate utilizzate come cassero (fondamentali dal punto di vista della resistenza delle strutture al fuoco) e di alleggerimenti prefabbricati in calcestruzzo.

La consistenza dell’immobile realizzato è la seguente: Totale Area : mq. 5.840 Superficie coperta : mq. 2.890 Superficie a verde : mq. 2.270 Superficie totale sviluppata : mq. 25.970 Superficie ad Autorimessa : mq. 6150 (267 posti auto) Volume totale : mc. 84.710 Volume fuori terra : mc. 57.520

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EDIFICIO GRATTACIELO TELECOM VIA S. VINCENZO 2 – GENOVA ADEGUAMENTO TECNOLOGICO E NUOVA DISTRIBUZIONE INTERNA ANNI 1993 - 1997

Il complesso direzionale sorge in una zona già densamente edificata della città di Genova: il quartiere "Brignole". Il grattacielo, progettato dagli architetti Melchiorre Bega, Piero Gambacciani ed Attilio Viziano nel 1965, è stato realizzato negli anni dal 1966 al 1969.

L’edificio a Torre (è alto più di 105 m), costituito da 27 piani dei quali 2 interrati e 25 fuori terra, è coronato da una sorta di cupola che contiene l’impianto di condizionamento. Strutturalmente i piani interrati, terra e primo sono in cemento armato nelle parti verticali e in cemento armato e laterizio in quelle orizzontali; ai piani secondo, terzo, quarto e quinto la struttura è mista in calcestruzzo, ferro e laterizio sia per le parti verticali che orizzontali; i piani dal sesto al venticinquesimo hanno in ferro le parti verticali ed in ferro e calcestruzzo le parti orizzontali; le murature dei vani ascensori, del vano montacarichi, della scala a prova di fumo e della scala protetta della parte bassa e le rampe delle scale medesime sono realizzate in cemento armato e le chiusure perimetrali sono costituite da murature di tamponamento e serramenti in ferro e vetro.

Lo stabile è destinato principalmente ad uffici direzionali della Telecom S.p.a. ed in minima parte a salone per il pubblico (circa 150 mq al piano terra), ad autorimessa (i due piani interrati) e a locali tecnologici. Il personale per cui è stato strutturato l’edificio è di 478 unità. La consistenza dell’edificio è di 72.433mc di volume totale, di cui 56.997,50 fuori terra e 15.435,50 interrati.

Il progetto architettonico relativo alla ristrutturazione in oggetto era denominato: "Intervento per adeguamento tecnologico e nuova distribuzione interna". Realizzato nel periodo giugno 93-luglio 97, l’intervento è consistito nella rimozione del materiale ignifugo contenente amianto; di tutti gli impianti meccanici, di tutti gli impianti elettrici ed affini; di tutti i controsoffitti, di tutti i pavimenti, di tutte le ripartizioni mobili formanti le allora delimitazioni; del manto di copertura; dei serramenti delle facciate del 24°piano; delle impermeabilizzazioni dei terrazzi al 6°-3° e piano terra; dei vetri dei serramenti della scala di sicurezza della torre e quelli della scala di sicurezza della palazzina (corpo basso); nel trattamento delle strutture metalliche con materiale ignifugo esente da amianto; nel rifacimento di tutti gli impianti meccanici, di tutti gli impianti elettrici ed affini, di tutti i controsoffitti in lamiera preverniciata microforata e in doghe di alluminio; risanamento strutturale di tutti i solai della torre (dal 24° piano al 6° compresi); rifacimento di tutti i pavimenti, di tutte le ripartizioni mobili, delimitanti i nuovi spazi; rifacimento del manto di copertura in lamiera grecata in acciaio inox, di tutte le lattonerie; rifacimento dei serramenti in alluminio elettrocolorati delle facciate del 24° piano; delle impermeabilizzazioni dei terrazzi del 6°-3° e piano terra; nella posa dei nuovi vetri stratificati sui serramenti della scala di sicurezza della torre e sui serramenti della scala di sicurezza della palazzina; nell’esecuzione in ampliamento del solaio in cemento armato a formazione del piano ammezzato e inserimento di una nuova scala di sicurezza andante dal piano terra al 3° piano compresi.

Nell’esecuzione di alcune murature in cemento armato a delimitazione delle superfici adibite ad autorimessa. Nell’intervento di risanamento sulle pareti in cemento armato dell’edificio e delle intercapedini dei piani interrati. Nell’intervento di pulizia e manutenzione di tutti i vetri e serramenti delle facciate sia della torre che del corpo basso e manutenzione di tutte le parti in ferro dal piano terra al 24° compresi; nonché nel risanamento di tutti i pannelli in cemento armato a vista delle facciate, dal piano terra al 24°.

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PALAZZO VALLESA DI MARTINIANA VIA SAN DALMAZZO 15 – TORINO RISTRUTTURAZIONE E ADEGUAMENTO TECNOLOGICO ANNI 1997 - 2000

Palazzo Vallesa di Martiniana nacque, o meglio, risorse dalle sue rovine nel 1783 per volere della contessa Lucia Giuliana di Martiniana, sposa del conte Carlo Emanuele Vallesa. L’edificio, situato all’angolo della via San Dalmazzo con via Santa Maria di Piazza, nel centro storico della città, si presenta come un quadrilatero non completamente regolare, il cui cuore è un cortile in acciottolato. Il complesso ha una superficie a pavimento di 7.235mq, per un volume di circa 31.000mc.

Il progetto originario è opera dell’architetto Luigi Michele Barberis (1724–1798), allievo di Benedetto Alfieri e membro del Congresso dei Regi Edili. Il fronte principale, lungo via San Dalmazzo, "di respiro largo e arioso" e privo di elementi verticalizzanti corrisponde ancora esattamente al disegno del Barberis, che dispose ogni elemento con calcolata euritmia creando sottili giochi chiaroscurali e cromatici. Gli interni denotano, anche solo ad una prima lettura in pianta, una ideazione tendente ad ottenere un grande effetto scenografico di rappresentanza della casata.

Palazzo Vallesa costituisce sicuramente un punto fermo per la storia dell’ architettura settecentesca piemontese, tant’è che oltre ad essere vincolato ai sensi della legge dell’1.6.1939 n.1089 sulla tutela delle cose di interresse storico-artistico, è stato oggetto di approfondimenti in diversi corsi d’esame da parte di studenti del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino durante lo svolgimento dei restauri condotti dallo Studio Morello Associati. L’intervento sulle facciate, studiato anche tramite saggi stratigrafici, è stato di riordino conservativo per riproporre quella ritmica voluta dal Barberis.

Stando ai documenti reperiti e analizzandoli con particolare attenzione, ora, a più di due secoli di distanza, il Palazzo è tornato a mostrare di sé un’immagine che, probabilmente, è la più vicina al suo aspetto originale. Si è cercato quindi di effettuare un intervento "rispettoso", con un attento studio del passato, delle origini del Palazzo e di tutte le sue vicende storiche, nell’intento di conservare il più possibile a testimonianza della sua evoluzione da residenza dei conti Vallesa a sede per uffici di alta rappresentanza della Telecom. Il restauro e l’adeguamento tecnologico,che si leggono nello stabile, realizzati con standard qualitativi molto superiori alla media dei palazzi per uffici, non vogliono stravolgere alcuna parte.

Si è dotato il palazzo di una nuova struttura portante in c.a., che ha permesso l’inserimento di un posteggio automatico a rotazione per venti posti auto. L’edificio è stato anche adeguato al rispetto di tutte le più recenti normative in materia di sicurezza. Il progetto di ristrutturazione edile e di adeguamento tecnologico ha reso l’edificio all’avanguardia sia funzionalmente che sotto il profilo impiantistico e al tempo stesso gli ha conferito indubbie e rimarcate doti di alta rappresentanza, grazie ad una rivalorizzata immagine storica.

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POLO FIERISTICO PERMANENTE CITTÀ DI VARESE - SOCIETÀ PER I MERCATI p.a. VIA FONTANELLE STUDIO DI FATTIBILITÀ - ANNO 1999

La Società per i Mercati, i cui soci sono la provincia di Varese, i comuni di Varese, Vedano e Malnate è nata all'inizio degli novanta con lo scopo di promuovere una struttura che, in ambito provinciale sostituisse l'antico mercato ortofrutticolo coperto della città di Varese. Dopo qualche anno i vertici della società hanno deciso di valutare per la nuova struttura un utilizzo più ampio, ovvero di trasformala in centro espositivo d'attrazione con esposizioni a rotazione durante tutto l'anno. Da qui la necessità di studiare la possibilità di insediare nell'area un polo fieristico permanente.

Gli elaborati del progetto prevedono la creazione di due aree espositive: un'area denominata A da adibire a manifestazioni pubbliche in genere, un'area denominata C da adibire a parcheggio. La consistenza dell'area A sarà di 11.240mq. Agli effetti della sicurezza delle persone e delle cose che l'area stessa dovrà ospitare è prevista anche l'esecuzione di un anello stradale che consenta una rapida evacuazione delle persone e l'avvicinamento con qualsiasi mezzo a qualunque punto dell'area.

La consistenza dell'area C sarà di 12.840mq. L'area B ospita l'attuale fabbricato.

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PADIGLIONE SPECIALITA’ ALL’INTERNO DELL’AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALE SAN MARTINO E CLINICHE UNIVERSITARIE CONVENZIONATE RISTRUTTURAZIONE ANNO DI PROGETTO 2001

La "città ospedaliera" di S. Martino d’Albaro, come veniva chiamato l’erigendo Ospedale S. Martino dalle riviste dell’epoca, cominciò a concretizzarsi il 15 giugno 1906 quando l’ing. Ettore Musso vinse il concorso europeo appositamente indetto per far fronte all’inadeguatezza dimensionale ed anche economica dell’esistente Ospedale di Pammatone. Fu così che il 2 settembre 1907 cominciarono gli scavi là dove una volta si "stendeva il parco magnifico di Villa Donghi" e già nell’ottobre del 1910 i primi 3 padiglioni risultavano pronti, seguiti nel giro di un anno da altri due. L’intera progettazione del complesso ospedaliero teneva conto di parametri quali il soleggiamento e l’esposizione ai venti e soprattutto teneva conto di molteplici esempi di ospedali europei analizzati e studiati da un’apposita commissione di esperti che sviluppò il proprio lavoro distanziandosi totalmente dal confronto con gli ospedali da cui aveva tratto ispirazione.

Il "nuovo ospedale" a padiglioni separati, però, non trovò tutti consenzienti. Nel 1912 si ebbe la definizione dell’assetto degli istituti clinici che portava il numero degli edifici da realizzarsi a 53. I lavori ricominciarono il 4 giugno 1912 e nonostante la guerra avesse "ritardato gravemente i lavori" al finire del 1917 furono terminati altri sedici nuovi edifici; nel 1922 vennero completati anche i padiglioni chirurgici ed il 2 dicembre 1923 l’Ospedale San Martino fu inaugurato. Nel 1928 fu posta la prima pietra della chiesa di San Francesco (all’epoca "Chiesa dell’Ospedale") che fu terminata l’11 luglio 1931. Nel frattempo, però, mutava anche il concetto di "ospedale" e così nel 1937 vennero redatti i progetti per due "MONOBLOCCHI", uno per la chirurgia (SPECIALITA’) ed uno per la maternità. Nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre 1942 il vecchio Ospedale di Pammatone venne "raso al suolo" da un bombardamento aereo; il San Martino non venne risparmiato ma fortunatamente l’unico edificio a subire gravi danni nelle notti del 7-8 e 15 novembre 1942 fu il padiglione n°3. Il dopoguerra vide l’Ospedale San Martino in continua trasformazione e crescita per far fronte a nuove ed imprevedibili esigenze scientifiche ed ospedaliere, di sicurezza impiantistica che hanno portato ad interventi radicali sui corpi di fabbrica originali e alla costruzione dell’ "imponente" Padiglione MONOBLOCCO".

Il Padiglione Specialità, come brevemente accennato, faceva parte del progetto per la costruzione dei 2 nuovi Monoblocchi, uno per la chirurgia e l’altro per la maternità; quest’ultimo, a causa degli eventi bellici, non fu mai realizzato, mentre il primo, destinato alla chirurgia e chiamato poi, appunto, Specialità, vide l’inizio dei lavori nel 1938. L’edificio doveva ospitare le specialità chirurgiche. Il progetto venne redatto unitamente al mai realizzato "monoblocco maternità" dal capo dell’ufficio tecnico ospedaliero Ing. Comm. Musso, con la collaborazione dei primari specialisti, dei direttori sanitari dell’epoca Prof. Badano e Prof. Pulcher nonché dello stesso Presidente dell’ospedale Prof. Dott. Francesco Saverio Mosso. L’edificio era composto da tre padiglioni "uniti": uomini a sud, donne a nord mentre al centro erano previsti i reparti operatori e le "camere a pagamento". La superficie coperta era ed è di circa 2700mq. per un volume complessivo di circa 74.000mc..

La distribuzione interna prevedeva al "pianterreno inferiore e superiore" gli alloggi del personale di servizio, al piano primo il reparto di laringoiatria, al piano secondo il reparto di oftalmia, al piano terzo il reparto di urologia, al piano quarto il reparto di dermopatia ed al piano quinto (ridotto) il reparto di odontoiatria e la "sezione speciale" di dermopatia. L’edificio fu terminato durante la seconda guerra mondiale, sembrerebbe anche grazie al contributo di numerosi prigionieri di guerra. I lavori in progetto saranno svolti in collaborazione continua con la Soprintendenza ovvero coinvolgendola nella stesura di eventuali piani di intervento e soprattutto nelle singole scelte che dovranno essere operate (rifacimenti, consolidamenti, colori, materiali). Operativamente il progetto prevede due interventi distinti, uno esterno per copertura, facciate e terrazzi ed uno interno, ad opera dell’Arch. Melai, per la razionalizzazione e ristrutturazione integrale del piano terra, l’esecuzione di opere minimali al piano "fondi" e la ristrutturazione primo blocco degenze. L’eventuale contemporaneità degli interventi sarà valutata in relazione ad un’attenta analisi di diversi fattori quali il livello di pericolo, la funzionalità del padiglione, la comparazione costi/benefici, l’ottenimento di un risultato univoco ed ottimale ed infine, ma non ultimo, l’effettiva capacità delle maestranze dell’impresa che si aggiudicherà i lavori.

 

 

 

 

NUOVO CENTRO RIABILITATIVO PER DISABILI E DEL GRUPPO APPARTAMENTO STRADA LAMPUGNANA - ROTTOFRENO (PC) ANNI DI PROGETTO 2003 - 2004

Il progetto è il frutto delle diverse competenze e professionalità portate dal team di professionisti che ne è autore e della stretta collaborazione con l'amministrazione committente.

Lo studio ha collaborato infatti con il prof. arch. dipl. ing. Jorg Friedrich di Amburgo, con il prof. arch. Roberto Melai di Genova e con lo studio impiantistico dell'ing. Stefano Lagostena. L'area destinata ad ospitare il nuovo complesso assistenziale si trova alla periferia della frazione San Nicolò lungo la strada Lampugnana, un antico tracciato interpoderale con andamento all'incirca parallelo alla via Emilia.

L'intenzione manifestata dall'Amministrazione Comunale di realizzare su questo lotto, in considerazione della sua importante dimensione (circa 40.000 mq), oltre all'edificio in oggetto, la nuova scuola elementare e almeno altri due edifici con destinazione socio assistenziale tali da configurare una sorta di "Cittadella Sociale", ha suggerito di immaginare l'edificio non come un manufatto a se stante ma come elemento di un micro sistema urbano: un piccolo villaggio organizzato attorno ad uno spazio aperto di aggregazione e di integrazione tra le diverse generazioni di utenti, un sorte di "corte" rurale reinterpretata in chiave moderna.

Il nuovo insediamento riprende la limpida geometria della struttura territoriale, tuttavia in modo non meccanico piuttosto con quelle variazioni di ritmo e dimensioni che potranno rendere più intenso il rapporto tra i singoli elementi della nuova composizione. In questa ipotesi le due funzioni di Centro Residenziale Diurno e di Gruppo Appartamento, da sempre immaginate dall'Amministrazione Comunale in stretto collegamento, sono state aggregate in un unico edificio di forma rettangolare, posto in senso ortogonale all'orientamento prevalente nord-sud ed in prossimità della via Lampugnana, separata da quest'ultima dal parcheggio di pertinenza e da una zona da attrezzare ad area giochi per i bambini a servizio del quartiere. Un corpo di fabbrica semplice, ad un unico piano, di circa 4.000mc e 1300mq di s.l.p., che si presenta con un atteggiamento discreto ma perentorio: un lungo muro di pietra a spacco interrotto dal grande varco d'ingresso vetrato che ospita un giardino d'inverno; dalla sommità del muro emergono solo i rami e le fronde di qualche albero a testimonianza di un mondo interno che vive al riparo da occhi indiscreti.

Opacità e trasparenza, naturalità ed artificio tecnologico richiamano i valori di protezione e privacy, di essenzialità e di professionalità tecnica che informano le attività del Centro Riabilitativo ma anche la diversità di esperienza di vita che vi si svolge.

 

 

CONCORSO DI IDEE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA SEDE AZIENDA LOMBARDA PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE PROVINCIA DI VARESE, SPAZI PER ATTIVITÀ PRODUTTIVE E TERZIARIO, E PER ATTREZZATURE E SERVIZI IN PIAZZALE STAFFORA – VARESE - PROGETTO 1° CLASSIFICATO (ex aequo) ANNO 2004 .

Il concorso prevedeva l'impostazione del progetto relativo alla nuova sede dell'Azienda Lombarda per l'Edilizia Residenziale della provincia di Varese per una SLP di circa mq. 2.000,00, spazi per attività produttive e terziario per circa mq. 1.000,00, spazi da destinare ad attrezzature e servizi per circa mq. 500,00 e spazi da destinare a residenza per una SLP di circa mq. 1.500,00 (15 appartamenti).

In aggiunta era prevista la sistemazione dell'intera area (circa mq. 12.450,00) con il recupero delle sponde del torrente Vellone (che delimita l'area a Sud-Ovest), la realizzazione di un percorso nel verde che giungesse a nord sino al vicino castello di Masnago e la realizzazione di uno spazio attrezzato e alberato a servizio delle attività del quartiere. Infine erano previsti nel complesso circa 220 tra box e posti auto. La proposta di intervento, sviluppata in team con l'arch.Melai di Genova, inserisce le funzioni previste in una riscrittura su più livelli del carattere -ora ambiguo- dell'area del Piazzale Staffora.

La considerevole varietà del programma, che prevede un insieme di funzioni abitative, amministrative, servizi, spazi di vendita, spazi ricreativi e parcheggi viene articolata secondo oggetti diversi, rispondenti alle diverse funzioni. Questi sono disposti su una piattaforma, artificio che sancisce un livello topografico di riferimento. Nello scarto variabile col piano trovano soluzione spaziale le autorimesse ed i magazzini, al di fuori di essa la sottostrada di accesso locale forma con la scarpata e gli alberi un vallo protettivo dal ciglio stradale.

Criterio fondamentale nella individuazione e assemblaggio dei diversi corpi di fabbrica che ipotecano il futuro dei diversi soggetti che andranno ad insediarvisi (ALER, Amministrazione Comunale, privati residenti o privati gestori di attività di terziario) è stato quello di prevedere una totale identità tra proprietà, edificio ed utilizzo funzionale limitando al minimo le occasioni di costituire un "condominio". Lo spazio misto risultante è concluso a est dall'edificio sede della ALER Varese, che per l'artificio altimetrico può apprezzarsi per un impatto paesaggistico contenuto: nonostante la sua considerevole consistenza esso resta più basso dei blocchi di abitazioni in linea esistenti, alla loro verticale tipologica presenza si contrappone una più mimetica orizzontalità. Le pelli architettoniche vengono differenziate, mosse, forate e imprigionate nella struttura, creando eccezioni al regolare partito dominante.

La flessibilità e l'economicità dei sistemi di facciata è combinata con la scelta di tecniche non propriamente tradizionali; è questa scelta logistica, legata all'idea di rilettura dei sistemi tradizionali come dimostrazione di dinamismo e attualità - vedi la reinterpretazione della muratura laterizia. Gli alloggi affacciano la zona notte sul lato nord, con un prospetto che mostra il telaio come elemento contenitore di un semplice gioco di persiane scorrevoli. L'apertura spontanea mina la quieta e verticale simmetria dei fronti proprio quando si risveglia la vita mattutina, e trasforma il prospetto in una matrice più materica e varia per il disallineamento delle persiane lignee.

Si è ritenuto di non realizzare piani interrati rispetto l'attuale piano campagna se non per una parte molto limitata. Inoltre le fondazioni sono costituite da una piastra continua in calcestruzzo armato che si svilupperà sotto gli interi fabbricati, impedendo il verificarsi di cedimenti differenziali tra le diverse parti di fabbricato, causa di sicure fessurazioni e crepe. E' evidente anche il vantaggio in termini di costi di manutenzione.